16 anni fa
lunedì 18 agosto 2008
Nell'iride di una donna
Mi avvicino così,
girandoti un po’ attorno
come fa il mascara con la sua eleganza nera
Quando adagia il suo doppio petto scuro
su quelle ciglia come spalle troppo nude
si trovano a disagio, come attraversar la via
fatta di passanti attenti, io mi lascio cadere
come un’essenza decorativa.
Sulla tua maschera ancora troppo pallida,
quella tua maschera che ha bisogno di truccarsi
per sembrare ancor di più,
per sembrare ancor di più meno vera
quel tuo truccarti per struccarti.
Io salirò al tuo viso
seguendo il sentiero di una montagna.
La faticosa speranza che là in alto la pace del paesaggio sia
soltanto mia,
io salirò con la speranza di chi ha creduto
nei bisbigli delle foglie,
di chi ha creduto nei respiri dei boschi.
Là in alto io sentirò
la malinconica quiete di una morte felice,
sentirò la pace dei laghi azzurri, la pace dei laghi verdi, dei laghi neri.
La pace dei tuoi laghi castani.
Io mi fermo lì nei tuoi occhi, nei tuoi occhi.
Nell'eterno.
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